Munch. Il grido interiore, delle angosce dell’uomo

Tempo stimato per la lettura: 4,4 minuti
È uno degli artisti che più di altri ha saputo dare forma e sostanza alle emozioni più profonde del genere umano. Edvard Munch con le sue opere ha profondamente segnato la storia dell’arte moderna. A quest’artista estremamente consapevole della relazione tra impressione ed espressione, dal 11 febbraio al 2 giugno 2025, Palazzo Bonaparte a Roma rende omaggio con la mostra Munch. Il grido interiore. Un evento imperdibile per gli appassionati d’arte e per chi desidera esplorare la vita e l’opera di uno dei maestri dell’Espressionismo, Edvard Munch.
Un atteso ritorno
A distanza di oltre 20 anni dall’ultima esposizione dedicata a Munch a Roma, Palazzo Bonaparte accoglie la più grande retrospettiva mai realizzata prima, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Questa mostra evento è prodotta e organizzata da Arthemisia, e curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio.
Da Milano a Roma
Dopo la tappa a Palazzo Reale di Milano dove ha registrato un record assoluto di visitatori, Munch. Il grido interiore continua a raccontare l’intero percorso artistico di Munch, dai suoi esordi fino alle ultime opere, attraversando i temi a lui più cari, collegati gli uni agli altri dall’interpretazione della tormentata essenza della condizione umana.
L’esposizione si propone di offrire una nuova prospettiva sull’artista norvegese, mettendo in luce non solo le sue opere più celebri, ma anche il contesto culturale e sociale che ne ha influenzato la produzione. Munch. Il grido interiore si distingue per la sua curatela attenta, rivelando le complessità e le contraddizioni del suo lavoro. L’esposizione include una selezione di dipinti, stampe e disegni, che pongono l’accento sul linguaggio visivo unico di Munch e sulla sua capacità di esprimere emozioni profonde e universali.
Dipingere persone vive
Questa mostra ruota attorno al “grido interiore” di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario per condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza ciò che l’artista ha osservato, quello che ricorda e quanto ha caricato di emozioni.
Munch frequentò musicisti e intellettuali come i drammaturghi August Strindberg e Stanisław Przybyszewski. Ispirato dalle letture dei filosofi vitalisti Friedrich Nietzsche e Henri Bergson, ritiene che l’arte non debba imitare la natura, ma trascenderla per raggiungere la gioia assoluta. «Non dovremmo più dipingere interni, non dovremmo più vedere persone che leggono e donne che lavorano a maglia», ha scritto il pittore norvegese.
Le forze invisibili che muovono l’uomo
Alcune sue opere, infatti, cercano di immortalare le forze invisibili che animano e tengono insieme l’universo. L’inizio della sua carriera coincide infatti con cambiamenti radicali nello studio della percezione: alla fine dell’Ottocento è in corso un dibattito tra scienziati, psicologi, filosofi e artisti sulla relazione tra quello che l’occhio vede direttamente e come i contenuti della mente influiscono sulla nostra vista. Il suo interesse per le forze invisibili che danno forma all’esperienza, condizionerà le opere che lo rendono uno degli artisti più significativi della sua epoca.
Precursore dell’Espressionismo e persino del Futurismo del XX secolo nella sua esplorazione delle forze impercettibili, oggi continua a “parlare” alle visioni interiori e alle preoccupazioni anche di noi, uomini e donne dell’età moderna. Nelle sue creazioni Munch punta a rendere visibile l’invisibile.
Opere iconiche e un’eredità che perdura
Munch non si limita a rappresentare la sofferenza; la trasforma in una lingua visiva che parla a tutti, attraversando i secoli. Inoltre, Munch. Il grido interiore si propone di esplorare l’eredità duratura di Edvard Munch nell’arte contemporanea. Tra le opere in mostra, spiccano i famosi L’urlo, La malinconia, Le ragazze sul ponte, La Madonna e Vampiro, che rappresentano non solo il tumulto interiore dell’artista, ma anche l’angoscia dell’esistenza umana.
Edvard Munch è stato forse l’artista che, nella sua epoca, ha saputo più efficacemente di ogni altro trasferire sulla tela sentimenti e angosce della propria anima, rendendoli paradigmi della condizione umana. Molto attento al rapporto dell’opera con l’ambiente e con lo spettatore, Munch si dimostra innovatore anche nell’allestimento, convinto “che non si veda solo con gli occhi, ma con tutto il corpo”.
Omaggio al cinema norvegese
Il Cinema Troisi rende omaggio, dal 25 febbraio al 17 marzo 2025, al cinema norvegese in occasione della mostra con la rassegna “Norwegian film – Omaggio a Edvard Munch e al cinema norvegese contemporaneo”.
La manifestazione cinematografica è realizzata in collaborazione con il Norwegian Film Institute (NFI) e la Reale Ambasciata di Norvegia.
Crediti immagini:
Photo © Munchmusee
- Vampiro,1895, Olio su tela
- Gelosia II, 1896, Litografia
- Madonna1895/1902, Litografia stampata a colori
- Uomini che fanno il bagno,1913–15, Olio su tela
- Attrazione II, 1896, Litografia stampata a colori
condividi su
Munch. Il grido interiore, delle angosce dell’uomo
Tempo stimato per la lettura: 13 minuti
È uno degli artisti che più di altri ha saputo dare forma e sostanza alle emozioni più profonde del genere umano. Edvard Munch con le sue opere ha profondamente segnato la storia dell’arte moderna. A quest’artista estremamente consapevole della relazione tra impressione ed espressione, dal 11 febbraio al 2 giugno 2025, Palazzo Bonaparte a Roma rende omaggio con la mostra Munch. Il grido interiore. Un evento imperdibile per gli appassionati d’arte e per chi desidera esplorare la vita e l’opera di uno dei maestri dell’Espressionismo, Edvard Munch.
Un atteso ritorno
A distanza di oltre 20 anni dall’ultima esposizione dedicata a Munch a Roma, Palazzo Bonaparte accoglie la più grande retrospettiva mai realizzata prima, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Questa mostra evento è prodotta e organizzata da Arthemisia, e curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio.
Da Milano a Roma
Dopo la tappa a Palazzo Reale di Milano dove ha registrato un record assoluto di visitatori, Munch. Il grido interiore continua a raccontare l’intero percorso artistico di Munch, dai suoi esordi fino alle ultime opere, attraversando i temi a lui più cari, collegati gli uni agli altri dall’interpretazione della tormentata essenza della condizione umana.
L’esposizione si propone di offrire una nuova prospettiva sull’artista norvegese, mettendo in luce non solo le sue opere più celebri, ma anche il contesto culturale e sociale che ne ha influenzato la produzione. Munch. Il grido interiore si distingue per la sua curatela attenta, rivelando le complessità e le contraddizioni del suo lavoro. L’esposizione include una selezione di dipinti, stampe e disegni, che pongono l’accento sul linguaggio visivo unico di Munch e sulla sua capacità di esprimere emozioni profonde e universali.
Dipingere persone vive
Questa mostra ruota attorno al “grido interiore” di Munch, al suo saper costruire, attraverso blocchi di colore uniformi e prospettive discordanti, lo scenario per condividere le sue esperienze emotive e sensoriali: un processo creativo che sintetizza ciò che l’artista ha osservato, quello che ricorda e quanto ha caricato di emozioni.
Munch frequentò musicisti e intellettuali come i drammaturghi August Strindberg e Stanisław Przybyszewski. Ispirato dalle letture dei filosofi vitalisti Friedrich Nietzsche e Henri Bergson, ritiene che l’arte non debba imitare la natura, ma trascenderla per raggiungere la gioia assoluta. «Non dovremmo più dipingere interni, non dovremmo più vedere persone che leggono e donne che lavorano a maglia», ha scritto il pittore norvegese.
Le forze invisibili che muovono l’uomo
Alcune sue opere, infatti, cercano di immortalare le forze invisibili che animano e tengono insieme l’universo. L’inizio della sua carriera coincide infatti con cambiamenti radicali nello studio della percezione: alla fine dell’Ottocento è in corso un dibattito tra scienziati, psicologi, filosofi e artisti sulla relazione tra quello che l’occhio vede direttamente e come i contenuti della mente influiscono sulla nostra vista. Il suo interesse per le forze invisibili che danno forma all’esperienza, condizionerà le opere che lo rendono uno degli artisti più significativi della sua epoca.
Precursore dell’Espressionismo e persino del Futurismo del XX secolo nella sua esplorazione delle forze impercettibili, oggi continua a “parlare” alle visioni interiori e alle preoccupazioni anche di noi, uomini e donne dell’età moderna. Nelle sue creazioni Munch punta a rendere visibile l’invisibile.
Opere iconiche e un’eredità che perdura
Munch non si limita a rappresentare la sofferenza; la trasforma in una lingua visiva che parla a tutti, attraversando i secoli. Inoltre, Munch. Il grido interiore si propone di esplorare l’eredità duratura di Edvard Munch nell’arte contemporanea. Tra le opere in mostra, spiccano i famosi L’urlo, La malinconia, Le ragazze sul ponte, La Madonna e Vampiro, che rappresentano non solo il tumulto interiore dell’artista, ma anche l’angoscia dell’esistenza umana.
Edvard Munch è stato forse l’artista che, nella sua epoca, ha saputo più efficacemente di ogni altro trasferire sulla tela sentimenti e angosce della propria anima, rendendoli paradigmi della condizione umana. Molto attento al rapporto dell’opera con l’ambiente e con lo spettatore, Munch si dimostra innovatore anche nell’allestimento, convinto “che non si veda solo con gli occhi, ma con tutto il corpo”.
Omaggio al cinema norvegese
Il Cinema Troisi rende omaggio, dal 25 febbraio al 17 marzo 2025, al cinema norvegese in occasione della mostra con la rassegna “Norwegian film – Omaggio a Edvard Munch e al cinema norvegese contemporaneo”.
La manifestazione cinematografica è realizzata in collaborazione con il Norwegian Film Institute (NFI) e la Reale Ambasciata di Norvegia.
Crediti immagini:
Photo © Munchmusee
- Vampiro,1895, Olio su tela
- Gelosia II, 1896, Litografia
- Madonna1895/1902, Litografia stampata a colori
- Uomini che fanno il bagno,1913–15, Olio su tela
- Attrazione II, 1896, Litografia stampata a colori
seguici su