Osvaldo Moi, lo scultore che ama il Surrealismo e la Pop Art
Tempo stimato per la lettura: 3 minuti
La galleria d’arte ‘Lo Studio’ di Büdingen con un vernissage ha inaugurato la nuova mostra dal titolo “Superfici e sculture”. Tra i vari artisti, è presente lo scultore e performing artist italiano Osvaldo Moi.
La mostra è visitabile fino al 1° marzo 2020.
Osvaldo Moi ama realizzare le sue sculture in metallo, legno o resina sintetica. Celebre per le sue “escargot”, il suo lavoro non è solo molto apprezzato in Italia. Ad esempio, ha disegnato trofei per eventi sportivi per il Principe Alberto II di Monaco per anni, molti dei quali per finalità benefiche.
Osvaldo Moi ha vissuto una “doppia vita” negli ultimi 37 anni. Ex pilota di elicotteri dell’Esercito Italiano di professione [è stato sottufficiale e pilota di elicotteri dell’Esercito Italiano, N.d.R.], sin dalla sua infanzia si è dimostrato un artista appassionato, creando continuamente forme stravaganti, attraverso la sperimentazione.
Ama scolpire legni nobili come il noce, il profumato cirmolo (pino cembro, il re dei legni), il morbido tiglio, ma lavora anche legni duri come il rovere, il profumatissimo ginepro o i durissimi bosso e l’ebano.
La stretta fusione della realtà come pilota militare e artista, comporta inevitabilmente un’elaborazione delle sue missioni militari attraverso la scultura.
Ha esposto per la prima volta nel 2003 in TV per “Striscia la Notizia”, creando un Tapiro della Pace. Ha realizzato un monumento per i caduti di Nassiriya nel 2004 a Novara e uno a Torino in piazza d’Armi nel 2006. In quel periodo si è trovato in Libano come soldato ONU e da lì ho fornito e istruito una tipografia di Beirut per la realizzazione del catalogo, gli inviti per la mia prima mostra. Si è fatto presentare alla città di Parigi con una breve critica dell’allora sindaco di Roma On. Valter Veltroni e dall’attore Massimo Ghini.
La sua prima mostra ha avuto luogo a Parigi nel 2007, in una galleria storica a 50 metri dal Centro Pompidou, il Beaubourg, e alla Galerie Art Present.
Cosa si alimenta la creatività?
“In ogni momento nel mio immaginario si creano esseri amorfi, surreali o del tutto reali. Ho sempre immaginato esseri, forme, creature con un occhio al Surrealismo e uno al grande Bosch in un melting pot creativo, ho progettato e realizzato attrezzi. A volte mi sveglio in piena notte con in mente il perfetto percorso di realizzazione di un’opera, oppure, mentre cammino o guido, immagino i prossimi lavori, studio le tecniche di realizzazione, immagino i materiali, se non ci sono li adeguo, li “educo” e li gestisco idealmente, li vedo nel loro sviluppo, vedo crescere e formarsi il pezzo che visualizzo, vedo le sculture vivere, e nel momento in cui le realizzo ripercorro quei passi immaginati”
Scultore da sempre, Osvaldo Moi (Silius, 1961) sin da giovane ha manifestato una propensione alla performing art. Affida al fluire delle forme e alla forza espressiva della materia il senso della sua ricerca. È autore del gruppo in bronzo per i Caduti di Nassirya, collocato in piazza d’Armi a Torino; altre due copie sono a Novara e a Pianezza (TO). È stato invitato da Vittorio Sgarbi alla 54esima Biennale di Venezia, interpretando il ritratto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di un suo busto. Espone a Parigi, Saint-Paul-de-Vence, Milano, Torino. Vive e lavora tra Torino e Limone Piemonte, dove ha i suoi studi.
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Osvaldo Moi, lo scultore che ama il Surrealismo e la Pop Art
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
La galleria d’arte ‘Lo Studio’ di Büdingen con un vernissage ha inaugurato la nuova mostra dal titolo “Superfici e sculture”. Tra i vari artisti, è presente lo scultore e performing artist italiano Osvaldo Moi.
La mostra è visitabile fino al 1° marzo 2020.
Osvaldo Moi ama realizzare le sue sculture in metallo, legno o resina sintetica. Celebre per le sue “escargot”, il suo lavoro non è solo molto apprezzato in Italia. Ad esempio, ha disegnato trofei per eventi sportivi per il Principe Alberto II di Monaco per anni, molti dei quali per finalità benefiche.
Osvaldo Moi ha vissuto una “doppia vita” negli ultimi 37 anni. Ex pilota di elicotteri dell’Esercito Italiano di professione [è stato sottufficiale e pilota di elicotteri dell’Esercito Italiano, N.d.R.], sin dalla sua infanzia si è dimostrato un artista appassionato, creando continuamente forme stravaganti, attraverso la sperimentazione.
Ama scolpire legni nobili come il noce, il profumato cirmolo (pino cembro, il re dei legni), il morbido tiglio, ma lavora anche legni duri come il rovere, il profumatissimo ginepro o i durissimi bosso e l’ebano.
La stretta fusione della realtà come pilota militare e artista, comporta inevitabilmente un’elaborazione delle sue missioni militari attraverso la scultura.
Ha esposto per la prima volta nel 2003 in TV per “Striscia la Notizia”, creando un Tapiro della Pace. Ha realizzato un monumento per i caduti di Nassiriya nel 2004 a Novara e uno a Torino in piazza d’Armi nel 2006. In quel periodo si è trovato in Libano come soldato ONU e da lì ho fornito e istruito una tipografia di Beirut per la realizzazione del catalogo, gli inviti per la mia prima mostra. Si è fatto presentare alla città di Parigi con una breve critica dell’allora sindaco di Roma On. Valter Veltroni e dall’attore Massimo Ghini.
La sua prima mostra ha avuto luogo a Parigi nel 2007, in una galleria storica a 50 metri dal Centro Pompidou, il Beaubourg, e alla Galerie Art Present.
Cosa si alimenta la creatività?
“In ogni momento nel mio immaginario si creano esseri amorfi, surreali o del tutto reali. Ho sempre immaginato esseri, forme, creature con un occhio al Surrealismo e uno al grande Bosch in un melting pot creativo, ho progettato e realizzato attrezzi. A volte mi sveglio in piena notte con in mente il perfetto percorso di realizzazione di un’opera, oppure, mentre cammino o guido, immagino i prossimi lavori, studio le tecniche di realizzazione, immagino i materiali, se non ci sono li adeguo, li “educo” e li gestisco idealmente, li vedo nel loro sviluppo, vedo crescere e formarsi il pezzo che visualizzo, vedo le sculture vivere, e nel momento in cui le realizzo ripercorro quei passi immaginati”
Scultore da sempre, Osvaldo Moi (Silius, 1961) sin da giovane ha manifestato una propensione alla performing art. Affida al fluire delle forme e alla forza espressiva della materia il senso della sua ricerca. È autore del gruppo in bronzo per i Caduti di Nassirya, collocato in piazza d’Armi a Torino; altre due copie sono a Novara e a Pianezza (TO). È stato invitato da Vittorio Sgarbi alla 54esima Biennale di Venezia, interpretando il ritratto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di un suo busto. Espone a Parigi, Saint-Paul-de-Vence, Milano, Torino. Vive e lavora tra Torino e Limone Piemonte, dove ha i suoi studi.
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