Pay per Laugh. In teatro più ridi più paghi
Tempo stimato per la lettura: 2,9 minuti
Arriva dalla Spagna il Pay per Laugh, il teatro più rivoluzionario di tutti i tempi.
Al Teatreneu di Barcellona, il concetto alla base di ogni spettacolo è semplice: più ridi, più paghi. E se vi state chiedendo quanto costa una risata, la risposta è 30 centesimi. Il massimo che si possa pagare per un semplice spettacolo teatrale è 24 euro. Insomma, niente tariffe preimpostate e dall’ottantunesimo sorriso in poi è gratis. Un affarone.
Una simpatica alternativa al classico “soddisfatti o rimborsati”, ma come funziona di preciso? Con ingresso gratuito, si può accedere nelle sale del Teatreneu per vedere spettacoli comici. Sul retro di ogni sedile è installato un tablet con un software di riconoscimento facciale in grado di captare i sorrisi; all’uscita si pagherà un ticket stimato a peso di risate, misurato col buonumore. Un costo direttamente proporzionale ai sorrisi fatti.
In caso lo spettacolo risultasse noioso per uno spettatore, quest’ultimo potrà tranquillamente andarsene senza pagare un centesimo. A spettacolo finito, inoltre, è possibile rivedere i propri sorrisi sul tablet e condividerli sui vari social network. Ma non è tutto. Questa tecnologia sorprendentemente all’avanguardia permette a chi non è presente in sala di constatare da casa il livello di divertimento del pubblico, mediante un monitor aggiornato in tempo reale che conteggia i sorrisi durante lo spettacolo teatrale.
Quest’iniziativa è partita come esperimento nell’ottobre del 2014 e sta andando decisamente a gonfie vele, portando i suoi frutti come metodo scaccia-crisi. L’idea del Pay per Laugh, infatti, è stata partorita come mossa di marketing per dare uno schiaffo, seppure simbolico, alla politica esclusivista che ha tentato di abbattere il mondo della cultura. Una decisione, un colpo di genio, nata come reazione all’aumento delle tasse imposto dal governo spagnolo, che ha quasi triplicato le imposte sugli spettacoli teatrali con un incredibile calo degli spettatori, pari al 30%. Adesso, invece, con questo metodo originale, si è verificato un considerevole incremento degli appassionati di teatro. Anche i più scettici, che non hanno mai nutrito un amore particolare nei confronti del teatro, si recano al Teatreneu di Barcellona esclusivamente per testare il conta-sorrisi di cui tutti parlano.
Il merito di questo incredibile successo è dato, sì, al Teatreneu di Barcellona, ma anche alla collaborazione con l’agenzia pubblicitaria The Cyros McCann e alla Glassworks, la cui divisione Xavi’s ha creato la tecnologia alla base del metodo, premiata al Festival Internazionale della Creatività di Cannes.
Ovviamente le critiche al progetto non si sono fatte attendere. Sono in molti a chiedersi come possa un tablet distinguere un sorriso da una semplice smorfia senza far pagare anche quella. Bisognerà persino stare attenti a non ridere con il vicino di posto se non si vuole rischiare di pagare quei trenta centesimi in più per un sorriso non indirizzato allo spettacolo in corso sul palcoscenico.
Intanto, sembrerebbe che anche altri teatri spagnoli stiano prendendo in considerazione l’idea di adottare Pay per Laugh, fornendo anche un’applicazione che consenta di pagare il biglietto direttamente da smartphone. In ogni caso Pay per Laugh dimostra che il teatro è tutto ciò che non si cristallizza mai, tutto ciò che non rimane fermo, neanche per un attimo.
E chissà che a breve non pensino di creare un Pay per Tear per i drammi e le tragedie.
Martina Quaresima
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Pay per Laugh. In teatro più ridi più paghi
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
Arriva dalla Spagna il Pay per Laugh, il teatro più rivoluzionario di tutti i tempi.
Al Teatreneu di Barcellona, il concetto alla base di ogni spettacolo è semplice: più ridi, più paghi. E se vi state chiedendo quanto costa una risata, la risposta è 30 centesimi. Il massimo che si possa pagare per un semplice spettacolo teatrale è 24 euro. Insomma, niente tariffe preimpostate e dall’ottantunesimo sorriso in poi è gratis. Un affarone.
Una simpatica alternativa al classico “soddisfatti o rimborsati”, ma come funziona di preciso? Con ingresso gratuito, si può accedere nelle sale del Teatreneu per vedere spettacoli comici. Sul retro di ogni sedile è installato un tablet con un software di riconoscimento facciale in grado di captare i sorrisi; all’uscita si pagherà un ticket stimato a peso di risate, misurato col buonumore. Un costo direttamente proporzionale ai sorrisi fatti.
In caso lo spettacolo risultasse noioso per uno spettatore, quest’ultimo potrà tranquillamente andarsene senza pagare un centesimo. A spettacolo finito, inoltre, è possibile rivedere i propri sorrisi sul tablet e condividerli sui vari social network. Ma non è tutto. Questa tecnologia sorprendentemente all’avanguardia permette a chi non è presente in sala di constatare da casa il livello di divertimento del pubblico, mediante un monitor aggiornato in tempo reale che conteggia i sorrisi durante lo spettacolo teatrale.
Quest’iniziativa è partita come esperimento nell’ottobre del 2014 e sta andando decisamente a gonfie vele, portando i suoi frutti come metodo scaccia-crisi. L’idea del Pay per Laugh, infatti, è stata partorita come mossa di marketing per dare uno schiaffo, seppure simbolico, alla politica esclusivista che ha tentato di abbattere il mondo della cultura. Una decisione, un colpo di genio, nata come reazione all’aumento delle tasse imposto dal governo spagnolo, che ha quasi triplicato le imposte sugli spettacoli teatrali con un incredibile calo degli spettatori, pari al 30%. Adesso, invece, con questo metodo originale, si è verificato un considerevole incremento degli appassionati di teatro. Anche i più scettici, che non hanno mai nutrito un amore particolare nei confronti del teatro, si recano al Teatreneu di Barcellona esclusivamente per testare il conta-sorrisi di cui tutti parlano.
Il merito di questo incredibile successo è dato, sì, al Teatreneu di Barcellona, ma anche alla collaborazione con l’agenzia pubblicitaria The Cyros McCann e alla Glassworks, la cui divisione Xavi’s ha creato la tecnologia alla base del metodo, premiata al Festival Internazionale della Creatività di Cannes.
Ovviamente le critiche al progetto non si sono fatte attendere. Sono in molti a chiedersi come possa un tablet distinguere un sorriso da una semplice smorfia senza far pagare anche quella. Bisognerà persino stare attenti a non ridere con il vicino di posto se non si vuole rischiare di pagare quei trenta centesimi in più per un sorriso non indirizzato allo spettacolo in corso sul palcoscenico.
Intanto, sembrerebbe che anche altri teatri spagnoli stiano prendendo in considerazione l’idea di adottare Pay per Laugh, fornendo anche un’applicazione che consenta di pagare il biglietto direttamente da smartphone. In ogni caso Pay per Laugh dimostra che il teatro è tutto ciò che non si cristallizza mai, tutto ciò che non rimane fermo, neanche per un attimo.
E chissà che a breve non pensino di creare un Pay per Tear per i drammi e le tragedie.
Martina Quaresima
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