Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 29 Marzo 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti

Ventotto anteprime nazionali, alcune prime mondiali ed europee, 30 Paesi rappresentati, fra lungometraggi (con alcuni dei film più premiati in assoluto) ed esperienze immersive, due cineconcerti e sei concerti, otto incontri industry, tre masterclass, due retrospettive internazionali, decine di ospiti da tutto il globo, musica, laboratori per ragazzi, proiezioni speciali: il tutto in cinque giorni, dal 2 al 6 aprile 2025.

È ricco e internazionale il calendario di Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno porta in città il meglio del cinema del reale da tutto il mondo, protagonista con tutto il territorio nella vittoriosa candidatura di Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027.

Un festival maggiorenne

Giunto alla diciottesima edizione, gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, del contributo di Ministero della Cultura, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Promo Turismo FVG, Comune di Pordenone – Assessorato alla Cultura, del sostegno di Servizi CGN e Cooperativa Sociale Itaca, nonché di sostegni di molti altri partner privati e pubblici, e innumerevoli collaborazioni.

I documentari: una chiave per comprendere l’attualità

«Viviamo tempi complessi. Guerra, riarmo, isolazionismo, il riproporsi di contrapposizioni fra blocchi di Stati, sono preoccupanti scenari improvvisamente prossimi», dice Riccardo Costantini, curatore del festival. «I documentari garantiscono comprensione di molti fenomeni della contemporaneità, per il largo pubblico sono ottimo strumento non solo d’informazione, ma anche di dibattito sull’attualità, generatori di confronto e portatori di spunti verso un’evoluzione positiva della società. Il cinema del reale è un genere fondamentale per affrontare l’oggi, con i suoi prodotti di eccellente qualità, produttiva e registica. La presenza degli autori al festival consegna chiavi interpretative uniche, grazie alle loro approfondite e partecipi ricerche».

La cultura della pace

Il festival, anche quest’anno, non può che accendere i riflettori su conflitti e precarie tregue (Israele/Palestina e Ucraina). Al contempo porta avanti con convinzione il lavoro di cultura della pace che conduce da sempre, basato sulle possibilità di conoscenza e di accoglienza della diversità. Diritti, ecologia, storia, paesaggio sono tra i temi di un programma particolarmente articolato, che spazia dall’esperienza più intima della maternità alle tensioni sociali dell’America profonda, dal razzismo in Germania al grido di libertà di una band punk malese. Gli USA, il globalismo muscolare di Trump, sono analizzati soffermandoci su una società americana sempre più polarizzata, da osservare con attenzione perché il mondo culturale – anche europeo – sta perdendo le basi di confronto civile e condivisione sociale, fondamento delle democrazie moderne.

L’importanza della musica

L’unione tra musica e immagini è ormai un tratto distintivo del festival. Nel centenario della nascita e nel sessantesimo della morte, la figura di Malcolm X è al centro del cineconcerto di apertura, mercoledì 2 aprile alle 21 a Cinemazero: X! Cinesuite for Malcolm, imperdibile nuova produzione che fonde il jazz inarrestabile di Francesco Bearzatti e del suo Tinissima Quartet con rari materiali d’archivio, fotografie e disegni. Il gran finale, domenica 6 aprile alle 21, è un doveroso omaggio in immagini e note ai 130 anni del cinema, l’invenzione dei Lumière, che sin dalle sue origini, nel 1895, è documentaria.

Anteprime nazionali

A seguire, in anteprima nazionale, Her Name Was Moviola – il racconto di un protagonista d’eccezione, il montatore tre volte premio Oscar Walter Murch – e  The Bibi files di Alexis Bloom, con le registrazioni segrete, mai viste, degli interrogatori della polizia sono alla base di questo film, vietato in Israele, sul processo per corruzione a Benjamin Netanyahu  .

Giurati e Masterclass

Saranno presenti in sala, per le premiazioni dei film in concorso, i tre giurati d’eccezione: i film in concorso saranno valutati da Roberto Minervini (premiato per la Miglior regia Un certain regard all’ultimo festival di Cannes), Martina Parenti (premiata per la Miglior regia all’ultimo International Documentary Film Festival di Amsterdam) e Sara Fgaier (eccezionale montatrice e ricercatrice d’archivio, fresca d’esordio alla regia con il suo primo film presentato a Locarno). Minervini e Parenti saranno protagonisti anche di due masterclass esclusive.

Il programma

 

Foto :

eyes of gaza

light memories

an american pastoral

her name was moviola

the-bibi-files

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Published On: 29 Marzo 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

Ventotto anteprime nazionali, alcune prime mondiali ed europee, 30 Paesi rappresentati, fra lungometraggi (con alcuni dei film più premiati in assoluto) ed esperienze immersive, due cineconcerti e sei concerti, otto incontri industry, tre masterclass, due retrospettive internazionali, decine di ospiti da tutto il globo, musica, laboratori per ragazzi, proiezioni speciali: il tutto in cinque giorni, dal 2 al 6 aprile 2025.

È ricco e internazionale il calendario di Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno porta in città il meglio del cinema del reale da tutto il mondo, protagonista con tutto il territorio nella vittoriosa candidatura di Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027.

Un festival maggiorenne

Giunto alla diciottesima edizione, gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, del contributo di Ministero della Cultura, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Promo Turismo FVG, Comune di Pordenone – Assessorato alla Cultura, del sostegno di Servizi CGN e Cooperativa Sociale Itaca, nonché di sostegni di molti altri partner privati e pubblici, e innumerevoli collaborazioni.

I documentari: una chiave per comprendere l’attualità

«Viviamo tempi complessi. Guerra, riarmo, isolazionismo, il riproporsi di contrapposizioni fra blocchi di Stati, sono preoccupanti scenari improvvisamente prossimi», dice Riccardo Costantini, curatore del festival. «I documentari garantiscono comprensione di molti fenomeni della contemporaneità, per il largo pubblico sono ottimo strumento non solo d’informazione, ma anche di dibattito sull’attualità, generatori di confronto e portatori di spunti verso un’evoluzione positiva della società. Il cinema del reale è un genere fondamentale per affrontare l’oggi, con i suoi prodotti di eccellente qualità, produttiva e registica. La presenza degli autori al festival consegna chiavi interpretative uniche, grazie alle loro approfondite e partecipi ricerche».

La cultura della pace

Il festival, anche quest’anno, non può che accendere i riflettori su conflitti e precarie tregue (Israele/Palestina e Ucraina). Al contempo porta avanti con convinzione il lavoro di cultura della pace che conduce da sempre, basato sulle possibilità di conoscenza e di accoglienza della diversità. Diritti, ecologia, storia, paesaggio sono tra i temi di un programma particolarmente articolato, che spazia dall’esperienza più intima della maternità alle tensioni sociali dell’America profonda, dal razzismo in Germania al grido di libertà di una band punk malese. Gli USA, il globalismo muscolare di Trump, sono analizzati soffermandoci su una società americana sempre più polarizzata, da osservare con attenzione perché il mondo culturale – anche europeo – sta perdendo le basi di confronto civile e condivisione sociale, fondamento delle democrazie moderne.

L’importanza della musica

L’unione tra musica e immagini è ormai un tratto distintivo del festival. Nel centenario della nascita e nel sessantesimo della morte, la figura di Malcolm X è al centro del cineconcerto di apertura, mercoledì 2 aprile alle 21 a Cinemazero: X! Cinesuite for Malcolm, imperdibile nuova produzione che fonde il jazz inarrestabile di Francesco Bearzatti e del suo Tinissima Quartet con rari materiali d’archivio, fotografie e disegni. Il gran finale, domenica 6 aprile alle 21, è un doveroso omaggio in immagini e note ai 130 anni del cinema, l’invenzione dei Lumière, che sin dalle sue origini, nel 1895, è documentaria.

Anteprime nazionali

A seguire, in anteprima nazionale, Her Name Was Moviola – il racconto di un protagonista d’eccezione, il montatore tre volte premio Oscar Walter Murch – e  The Bibi files di Alexis Bloom, con le registrazioni segrete, mai viste, degli interrogatori della polizia sono alla base di questo film, vietato in Israele, sul processo per corruzione a Benjamin Netanyahu  .

Giurati e Masterclass

Saranno presenti in sala, per le premiazioni dei film in concorso, i tre giurati d’eccezione: i film in concorso saranno valutati da Roberto Minervini (premiato per la Miglior regia Un certain regard all’ultimo festival di Cannes), Martina Parenti (premiata per la Miglior regia all’ultimo International Documentary Film Festival di Amsterdam) e Sara Fgaier (eccezionale montatrice e ricercatrice d’archivio, fresca d’esordio alla regia con il suo primo film presentato a Locarno). Minervini e Parenti saranno protagonisti anche di due masterclass esclusive.

Il programma

 

Foto :

eyes of gaza

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