Suburra, il guerrilla marketing che invade Roma
Tempo stimato per la lettura: 3,1 minuti
La Suburra era un vasto e popoloso quartiere dell’antica Roma situato sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale fino alle propaggini dell’Esquilino. Era il quartiere dove il potere e la criminalità si incontravano segretamente: dopo due millenni questo luogo esiste ancora in tutte le sue sfaccettature.
Dopo A.C.A.B., il regista romano Stefano Sollima torna al cinema con alle spalle il grande successo delle serie tv Gomorra e Romanzo criminale per raccontare la Suburra di oggi e la storia di una città unica al mondo, che incarna i pregi e i difetti dell’Italia del XXI secolo. Il film – con Pierfrancesco Favino, Elio Germano e Claudio Amendola, nelle sale dal prossimo 14 ottobre- ricopre un arco temporale di appena una settimana, nella quale ogni personaggio coinvolto cerca di anticipare le mosse dell’altro scatenando una guerra che coinvolgerà colpevoli e innocenti fino al crollo del governo e di Suburra stessa.
Il riferimento alla Mafia Capitale è stato subito evidente. Ironia della sorte, il film è stato presentato alla stampa poche ore dopo le dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino. Viene da chiedersi quanto questa coincidenza abbia giovato alla già ottima strategia di comunicazione. Non sarebbe il primo colpo di genio dei responsabili della campagna di comunicazione del film. Tutti i personaggi della pellicola, infatti, sono tenuti insieme dal progetto di una maxi speculazione edilizia, chiamata Waterfront, che dovrebbe trasformare il litorale di Ostia, in una nuova Las Vegas.
Due settimane fa, proprio ad Ostia, sono stati visti dei camioncini vela e dei volantini che parlavano proprio del progetto.
Alla vista dei volantini e dei manifesti c’è chi ha gridato allo scandalo, chi ha parlato di futuro ecomostro, chi si è chiesto se la commissione edilizia avesse già approvato tale struttura megagalattica con vista mare; tutto questo perché sotto il mandato dell’ex sindaco Gianni Alemanno, l’idea di fare di Ostia la nuova frontiera romana era in progetto e i cittadini non sembravano già allora molto entusiasti della cosa.
Ma, direttamente dai social, arriva la spiegazione di tutto e la rassicurazione per i cittadini che hanno reso palese la loro indignazione: un utente scrive “Leggete un po’ di letteratura e capirete”. A chi si riferiva? A Suburra, il romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, che ha ispirato la trama dell’omonimo film di Sollima. La guerrilla marketing, cui altre produzioni ci hanno abituato, basti pensare al lancio di 1992 o de Il Trono di Spade, non si è limitata alla messa in scena di una presunta speculazione edilizia. Infatti, accanto ad alcuni tombini di Milano e Roma sono apparse le scritte “Sta per venire tutto a galla #Suburra”.
Prodotto da Cattleya e Rai Cinema, Suburra vedrà continuare la propria storia tramite la produzione di una serie tv, di dieci puntate, che inizierà nella seconda metà del 2016. Il film, come afferma il produttore Riccardo Tozzi, sarà trasmesso da Netflix contemporaneamente all’uscita in sala, ma solo per il mercato americano. Mentre sulla serie, co-prodotta dalla piattaforma digitale americana, si sa ancora pochissimo e non si conoscono né regia né cast.
Quello che si sa, invece, è che questo viaggio nel cuore oscuro di Roma ha purtroppo poco a che vedere con la fiction e molto con i titoli di giornali anche internazionali.
di Stefania Ferraro
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Suburra, il guerrilla marketing che invade Roma
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
La Suburra era un vasto e popoloso quartiere dell’antica Roma situato sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale fino alle propaggini dell’Esquilino. Era il quartiere dove il potere e la criminalità si incontravano segretamente: dopo due millenni questo luogo esiste ancora in tutte le sue sfaccettature.
Dopo A.C.A.B., il regista romano Stefano Sollima torna al cinema con alle spalle il grande successo delle serie tv Gomorra e Romanzo criminale per raccontare la Suburra di oggi e la storia di una città unica al mondo, che incarna i pregi e i difetti dell’Italia del XXI secolo. Il film – con Pierfrancesco Favino, Elio Germano e Claudio Amendola, nelle sale dal prossimo 14 ottobre- ricopre un arco temporale di appena una settimana, nella quale ogni personaggio coinvolto cerca di anticipare le mosse dell’altro scatenando una guerra che coinvolgerà colpevoli e innocenti fino al crollo del governo e di Suburra stessa.
Il riferimento alla Mafia Capitale è stato subito evidente. Ironia della sorte, il film è stato presentato alla stampa poche ore dopo le dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino. Viene da chiedersi quanto questa coincidenza abbia giovato alla già ottima strategia di comunicazione. Non sarebbe il primo colpo di genio dei responsabili della campagna di comunicazione del film. Tutti i personaggi della pellicola, infatti, sono tenuti insieme dal progetto di una maxi speculazione edilizia, chiamata Waterfront, che dovrebbe trasformare il litorale di Ostia, in una nuova Las Vegas.
Due settimane fa, proprio ad Ostia, sono stati visti dei camioncini vela e dei volantini che parlavano proprio del progetto.
Alla vista dei volantini e dei manifesti c’è chi ha gridato allo scandalo, chi ha parlato di futuro ecomostro, chi si è chiesto se la commissione edilizia avesse già approvato tale struttura megagalattica con vista mare; tutto questo perché sotto il mandato dell’ex sindaco Gianni Alemanno, l’idea di fare di Ostia la nuova frontiera romana era in progetto e i cittadini non sembravano già allora molto entusiasti della cosa.
Ma, direttamente dai social, arriva la spiegazione di tutto e la rassicurazione per i cittadini che hanno reso palese la loro indignazione: un utente scrive “Leggete un po’ di letteratura e capirete”. A chi si riferiva? A Suburra, il romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, che ha ispirato la trama dell’omonimo film di Sollima. La guerrilla marketing, cui altre produzioni ci hanno abituato, basti pensare al lancio di 1992 o de Il Trono di Spade, non si è limitata alla messa in scena di una presunta speculazione edilizia. Infatti, accanto ad alcuni tombini di Milano e Roma sono apparse le scritte “Sta per venire tutto a galla #Suburra”.
Prodotto da Cattleya e Rai Cinema, Suburra vedrà continuare la propria storia tramite la produzione di una serie tv, di dieci puntate, che inizierà nella seconda metà del 2016. Il film, come afferma il produttore Riccardo Tozzi, sarà trasmesso da Netflix contemporaneamente all’uscita in sala, ma solo per il mercato americano. Mentre sulla serie, co-prodotta dalla piattaforma digitale americana, si sa ancora pochissimo e non si conoscono né regia né cast.
Quello che si sa, invece, è che questo viaggio nel cuore oscuro di Roma ha purtroppo poco a che vedere con la fiction e molto con i titoli di giornali anche internazionali.
di Stefania Ferraro
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