Suburra, Romanzo Capitale
Tempo stimato per la lettura: 2,3 minuti
Nel 2013 viene pubblicato Suburra, il nuovo libro del duo De Cataldo-Bonini, basato sulla formula oramai ben collaudata di realismo e finzione resa famosa da Romanzo Criminale.La Suburra descritta nel libro però non è luogo fisico, ma un modo di pensare che conserva, dell’antico quartiere romano descritto da Giovenale, la pericolosità e il caos. In questa Suburra Giovenale non c’entra, o per lo meno non vorrebbe entrarci senza un fucile a canne mozze.
Nel suddetto sottobosco si aggirano i vari predatori alla “carbonara” del libro, capitanati dal Samurai, un gangster in stile orientale che tiene in pugno contemporaneamente Stato e criminalità locale, il cui progetto (che definire spregiudicato è un eufemismo) è di edificare selvaggiamente la zona sud-ovest di Roma che va dall’EUR ad Ostia. Ad essi si frappongono un giovane carabiniere ed un PM che oltretutto devono confrontarsi con la corruzione dilagante dei loro colleghi. La realizzazione del folle progetto edilizio è il filo rosso che lega i gruppi criminali di Cinecittà e di Ostia, i vari clan gitani stanziati oramai da secoli a Roma, l’Arma, Montecitorio e il Vaticano ed è l’escamotage per raccontare uno spaccato della Roma contemporanea, compresi i disordini del 15 ottobre 2011.
Il rischio maggiore a cui ho pensato acquistando il libro era di trovarmi di fronte ad una fotocopia di Romanzo Criminale, similitudine che fortunatamente non si avverte, anzi.Ottimo allora, ma pensare che gli eventi descritti sono solo parzialmente frutto della fantasia è un po’più inquietante. Infatti la sensazione ottimistica che gli eventi di Romanzo Criminale siano accaduti in un passato remoto che non si ripeterà, in questo libro è assente, ritrovare date ed eventi effettivamente vissuti è emotivamente forte e fa la differenza rispetto al precedente romanzo.
In sintesi De Cataldo dimostra nuovamente il suo occhio lungo sia nell’interpretare i numerosi segnali comunicati da Roma, sia nel valutare gli altrettanto numerosi segnali di possibili sviluppi cinematografici e “seriali” della storia (Fox e Netflix confermano). D’altronde che il libro abbia un qualcosa di profetico e affascinante è abbastanza evidente e non mi ci soffermerei, piuttosto la domanda che ancora mi preme è: ma a chi corrisponde ‘sto Samurai? I papabili nella realtà sono molteplici, ma ancora non sono giunto ad una conclusione e voi?
di Gabriele Simonetti
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Suburra, Romanzo Capitale
Tempo stimato per la lettura: 7 minuti
Nel 2013 viene pubblicato Suburra, il nuovo libro del duo De Cataldo-Bonini, basato sulla formula oramai ben collaudata di realismo e finzione resa famosa da Romanzo Criminale.La Suburra descritta nel libro però non è luogo fisico, ma un modo di pensare che conserva, dell’antico quartiere romano descritto da Giovenale, la pericolosità e il caos. In questa Suburra Giovenale non c’entra, o per lo meno non vorrebbe entrarci senza un fucile a canne mozze.
Nel suddetto sottobosco si aggirano i vari predatori alla “carbonara” del libro, capitanati dal Samurai, un gangster in stile orientale che tiene in pugno contemporaneamente Stato e criminalità locale, il cui progetto (che definire spregiudicato è un eufemismo) è di edificare selvaggiamente la zona sud-ovest di Roma che va dall’EUR ad Ostia. Ad essi si frappongono un giovane carabiniere ed un PM che oltretutto devono confrontarsi con la corruzione dilagante dei loro colleghi. La realizzazione del folle progetto edilizio è il filo rosso che lega i gruppi criminali di Cinecittà e di Ostia, i vari clan gitani stanziati oramai da secoli a Roma, l’Arma, Montecitorio e il Vaticano ed è l’escamotage per raccontare uno spaccato della Roma contemporanea, compresi i disordini del 15 ottobre 2011.
Il rischio maggiore a cui ho pensato acquistando il libro era di trovarmi di fronte ad una fotocopia di Romanzo Criminale, similitudine che fortunatamente non si avverte, anzi.Ottimo allora, ma pensare che gli eventi descritti sono solo parzialmente frutto della fantasia è un po’più inquietante. Infatti la sensazione ottimistica che gli eventi di Romanzo Criminale siano accaduti in un passato remoto che non si ripeterà, in questo libro è assente, ritrovare date ed eventi effettivamente vissuti è emotivamente forte e fa la differenza rispetto al precedente romanzo.
In sintesi De Cataldo dimostra nuovamente il suo occhio lungo sia nell’interpretare i numerosi segnali comunicati da Roma, sia nel valutare gli altrettanto numerosi segnali di possibili sviluppi cinematografici e “seriali” della storia (Fox e Netflix confermano). D’altronde che il libro abbia un qualcosa di profetico e affascinante è abbastanza evidente e non mi ci soffermerei, piuttosto la domanda che ancora mi preme è: ma a chi corrisponde ‘sto Samurai? I papabili nella realtà sono molteplici, ma ancora non sono giunto ad una conclusione e voi?
di Gabriele Simonetti
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