Swinguerra: identità e genere al centro
Tempo stimato per la lettura: 1,6 minuti
Lo Studio della Maison Européenne de la Photographie-MEP a Parigi, uno spazio dedicato agli artisti emergenti, ospita fino al 16 gennaio 2022 la film-installazione Swinguerra di Bárbara Wagner & Benjamin de Burca. Esposto nel padiglione brasiliano in occasione della Biennale d’Arte di Venezia 2019 e coronato da un grande successo di critica, viene presentato per la prima volta a Parigi.
Tanto potente quanto stimolante, il video Swinguerra segna una svolta nelle carriere internazionali di Bárbara Wagner, fotografa e artista multimediale, e del regista Benjamin de Burca. Entrambi interressati al rapporto tra forme popolari di musica e danza, e questioni di identità sociale e di genere.
Progettato in collaborazione con cantanti, ballerini e coreografi che vivono a Recife, in Brasile, dove i due artisti risiedono da molti anni, Swinguerra affronta questioni generali come l’inclusione, l’accettazione e, soprattutto, la dignità e la fiducia in sé stessi delle comunità LGBTQ+.
Swinguerra, come suggerisce il titolo, offre una battaglia sotto forma di competizione coreografica tra tre gruppi di ballerini per lo più non binari. Posto fisicamente tra i due schermi, il pubblico gioca un ruolo centrale nella competizione. A metà tra documentario e finzione, il film intreccia performance coreografica e performance romantica. Swinguerra è una celebrazione delle individualità carismatiche, troppo spesso considerate marginali dalla cultura mainstream.
Riunendo la vita e i ritmi della musica di strada brasiliana e della cultura dal punto di vista delle comunità LGBTQ+ in questo paese, Swinguerra, che affronta a testa alta la questione dell’esclusione sociale, nell’attuale contesto politico del Brasile, ha suscitato polemiche e incontrato un buon successo di critica.
Swinguerra difende con orgoglio una visione alternativa del Brasile: quella di un paese giovane, sicuro di sé e audace, che rifiuta di essere limitato da categorie sovradeterminate di genere, etnia e classe.
condividi su
Swinguerra: identità e genere al centro
Tempo stimato per la lettura: 5 minuti
Lo Studio della Maison Européenne de la Photographie-MEP a Parigi, uno spazio dedicato agli artisti emergenti, ospita fino al 16 gennaio 2022 la film-installazione Swinguerra di Bárbara Wagner & Benjamin de Burca. Esposto nel padiglione brasiliano in occasione della Biennale d’Arte di Venezia 2019 e coronato da un grande successo di critica, viene presentato per la prima volta a Parigi.
Tanto potente quanto stimolante, il video Swinguerra segna una svolta nelle carriere internazionali di Bárbara Wagner, fotografa e artista multimediale, e del regista Benjamin de Burca. Entrambi interressati al rapporto tra forme popolari di musica e danza, e questioni di identità sociale e di genere.
Progettato in collaborazione con cantanti, ballerini e coreografi che vivono a Recife, in Brasile, dove i due artisti risiedono da molti anni, Swinguerra affronta questioni generali come l’inclusione, l’accettazione e, soprattutto, la dignità e la fiducia in sé stessi delle comunità LGBTQ+.
Swinguerra, come suggerisce il titolo, offre una battaglia sotto forma di competizione coreografica tra tre gruppi di ballerini per lo più non binari. Posto fisicamente tra i due schermi, il pubblico gioca un ruolo centrale nella competizione. A metà tra documentario e finzione, il film intreccia performance coreografica e performance romantica. Swinguerra è una celebrazione delle individualità carismatiche, troppo spesso considerate marginali dalla cultura mainstream.
Riunendo la vita e i ritmi della musica di strada brasiliana e della cultura dal punto di vista delle comunità LGBTQ+ in questo paese, Swinguerra, che affronta a testa alta la questione dell’esclusione sociale, nell’attuale contesto politico del Brasile, ha suscitato polemiche e incontrato un buon successo di critica.
Swinguerra difende con orgoglio una visione alternativa del Brasile: quella di un paese giovane, sicuro di sé e audace, che rifiuta di essere limitato da categorie sovradeterminate di genere, etnia e classe.
seguici su