Toqué Frères, artista urbano: una frase positiva tira l’altra
Tempo stimato per la lettura: 3,9 minuti
La vraie sagesse c’est d’être toqué ! ovvero “La vera saggezza è di essere un po’ pazzi”. È il motto che campeggia sul sito dei Toqué Frères, una coppia di artisti urbani parigini, di cui abbiamo incontrato il fratello maggiore, Felix, durante l’inaugurazione di un murale nel cortile della scuola elementare Asseline nel 14° arrondissement della Ville Lumière, mentre Marin, il fratello minore, si trovava a Bali. Felix parla un po’ l’italiano avendo studiato storia dell’arte a Firenze. Amante del Rinascimento, specialmente di Masaccio, Masolino, Frate Angelico, Pontormo e Rosso Fiorentino. Ha, inoltre, un passato di educatore di giovani in alcune associazioni in quartieri “difficili”, non solo a Parigi.
Quando hai cominciato a dipingere per strada?
Ho iniziato 5 anni fa, con mio fratello. Le prime cose che abbiamo fatto erano delle copie d’opere d’arte. Per esempio, nel 16° arrondissement, c’è una strada intitolata al pittore fiorentino Andrea Del Sarto, l’abbiamo cambiata in “d’après Andrea Del Sarto” (tratto da Andrea Del Sarto ), dipingendo L’annunciazione della scala, che peró ora è stata cancellata, ma si puó vedere ancora su Instagram e sul nostro sito web. Ci piace molto anche lasciare in giro delle frasi, dei giochi di parole, delle citazioni di canzoni o dei proverbi un po’ riadattati. Sono frasi sempre positive, ispirate come “confiance” (fiducia), “l’amour gagne toujours” (l’amore vince sempre), o divertenti come “fait moi l’humour toute la nuit” (fammi l’umore tutta la notte).
Alcuni dei nostri “aforismi” si trovano anche nelle strade del sud d’Italia, a Palermo e a Napoli, qui abbiamo persino un processo in corso perché ci hanno arrestati.
Come vengono scelti i luoghi dove dipingere?
Camminiamo molto per cercare un posto che sia adatto. Il muro di un edificio, la vetrata di un negozio, la serranda di un garage…Scegliamo bene le pareti, sappiamo che non possiamo fare quello che ci pare dove ci pare. Non vogliamo imporre il nostro lavoro, ma abbellire la città.
È la prima volta che esegui un affresco nel cortile di una scuola?
No, ho già lavorato molte volte nelle scuole, anche negli ospedali, nelle case famiglia o in altri istituti. Ho dipinto spesso anche con i bambini, mi piace moltissimo. In questo caso purtroppo non è stato possibile, perché la superficie non era abbastanza grande. Gli alunni hanno scelto peró il messaggio da comunicare: una serie di parole che si legge nell’orizzonte di un paesaggio : amicizia, aiutarsi, armonia, insieme, progresso, uguaglianza, felicità e a chiudere la frase: “Apprendre, c’est grandir” (imparare è crescere). I colori verde, sabbia e ocra del murale riprendono volutamente quelli del cortile della scuola, per essere in armonia con lo spazio.
L’arte di strada puó essere uno strumento per aiutare i giovani a uscire da delle situazioni difficili o pericolose?
Indubbiamente. Una volta, in un quartiere dove lavoravo come educatore, hanno ucciso un giovane. Il giorno dopo ho preso i colori e i ragazzi, li ho portati a dipingere un grande muro affinché non dimenticassero la tragedia e naturalemente per rendere omaggio alla vittima. Talvolta, io e mio fratello organizziamo anche dei “cantieri”, dove paghiamo i ragazzi per aiutarci. È un modo per fargli capire che anche loro possono dipingere, che non è molto difficile anzi è veramente gratificante e che puó essere un mestiere.
In che modo operi per realizzare i murales ?
Non utilizzo le tecniche abituali della street art. Mi piace veramente dipingere, usare i pennelli, il rullo, non adopero mai le bombolette spray. Adoro il contatto fisico, l’energia che scorre tra la parete e il mio braccio attraverso il movimento del pennello. Inoltre non faccio mai un disegno preparatorio di quello che realizzeró. Voglio lasciarmi ispirare dalla strada, dalle vibrazioni che emana. Non sono assolutamente un artista d’atelier. Per questo, dipingo, ridipingo sopra, ancora e ancora, finché non sono soddisfatto.
Progetti futuri?
Ho dei lavori su commissione da realizzare e a inizio giugno ci sarà la mia prima esposizione, totalmente autogestita, in una galleria che affitto. E poi la cosa più bella: tra qualche settimana diventeró papà. Da quando la mia compagna è incinta, mi sembra di vivere un’ondata di nuova creatività. Quasi fossi io in gestazione.
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Toqué Frères, artista urbano: una frase positiva tira l’altra
Tempo stimato per la lettura: 12 minuti
La vraie sagesse c’est d’être toqué ! ovvero “La vera saggezza è di essere un po’ pazzi”. È il motto che campeggia sul sito dei Toqué Frères, una coppia di artisti urbani parigini, di cui abbiamo incontrato il fratello maggiore, Felix, durante l’inaugurazione di un murale nel cortile della scuola elementare Asseline nel 14° arrondissement della Ville Lumière, mentre Marin, il fratello minore, si trovava a Bali. Felix parla un po’ l’italiano avendo studiato storia dell’arte a Firenze. Amante del Rinascimento, specialmente di Masaccio, Masolino, Frate Angelico, Pontormo e Rosso Fiorentino. Ha, inoltre, un passato di educatore di giovani in alcune associazioni in quartieri “difficili”, non solo a Parigi.
Quando hai cominciato a dipingere per strada?
Ho iniziato 5 anni fa, con mio fratello. Le prime cose che abbiamo fatto erano delle copie d’opere d’arte. Per esempio, nel 16° arrondissement, c’è una strada intitolata al pittore fiorentino Andrea Del Sarto, l’abbiamo cambiata in “d’après Andrea Del Sarto” (tratto da Andrea Del Sarto ), dipingendo L’annunciazione della scala, che peró ora è stata cancellata, ma si puó vedere ancora su Instagram e sul nostro sito web. Ci piace molto anche lasciare in giro delle frasi, dei giochi di parole, delle citazioni di canzoni o dei proverbi un po’ riadattati. Sono frasi sempre positive, ispirate come “confiance” (fiducia), “l’amour gagne toujours” (l’amore vince sempre), o divertenti come “fait moi l’humour toute la nuit” (fammi l’umore tutta la notte).
Alcuni dei nostri “aforismi” si trovano anche nelle strade del sud d’Italia, a Palermo e a Napoli, qui abbiamo persino un processo in corso perché ci hanno arrestati.
Come vengono scelti i luoghi dove dipingere?
Camminiamo molto per cercare un posto che sia adatto. Il muro di un edificio, la vetrata di un negozio, la serranda di un garage…Scegliamo bene le pareti, sappiamo che non possiamo fare quello che ci pare dove ci pare. Non vogliamo imporre il nostro lavoro, ma abbellire la città.
È la prima volta che esegui un affresco nel cortile di una scuola?
No, ho già lavorato molte volte nelle scuole, anche negli ospedali, nelle case famiglia o in altri istituti. Ho dipinto spesso anche con i bambini, mi piace moltissimo. In questo caso purtroppo non è stato possibile, perché la superficie non era abbastanza grande. Gli alunni hanno scelto peró il messaggio da comunicare: una serie di parole che si legge nell’orizzonte di un paesaggio : amicizia, aiutarsi, armonia, insieme, progresso, uguaglianza, felicità e a chiudere la frase: “Apprendre, c’est grandir” (imparare è crescere). I colori verde, sabbia e ocra del murale riprendono volutamente quelli del cortile della scuola, per essere in armonia con lo spazio.
L’arte di strada puó essere uno strumento per aiutare i giovani a uscire da delle situazioni difficili o pericolose?
Indubbiamente. Una volta, in un quartiere dove lavoravo come educatore, hanno ucciso un giovane. Il giorno dopo ho preso i colori e i ragazzi, li ho portati a dipingere un grande muro affinché non dimenticassero la tragedia e naturalemente per rendere omaggio alla vittima. Talvolta, io e mio fratello organizziamo anche dei “cantieri”, dove paghiamo i ragazzi per aiutarci. È un modo per fargli capire che anche loro possono dipingere, che non è molto difficile anzi è veramente gratificante e che puó essere un mestiere.
In che modo operi per realizzare i murales ?
Non utilizzo le tecniche abituali della street art. Mi piace veramente dipingere, usare i pennelli, il rullo, non adopero mai le bombolette spray. Adoro il contatto fisico, l’energia che scorre tra la parete e il mio braccio attraverso il movimento del pennello. Inoltre non faccio mai un disegno preparatorio di quello che realizzeró. Voglio lasciarmi ispirare dalla strada, dalle vibrazioni che emana. Non sono assolutamente un artista d’atelier. Per questo, dipingo, ridipingo sopra, ancora e ancora, finché non sono soddisfatto.
Progetti futuri?
Ho dei lavori su commissione da realizzare e a inizio giugno ci sarà la mia prima esposizione, totalmente autogestita, in una galleria che affitto. E poi la cosa più bella: tra qualche settimana diventeró papà. Da quando la mia compagna è incinta, mi sembra di vivere un’ondata di nuova creatività. Quasi fossi io in gestazione.
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