World Press Photo 2024 al Palazzo Esposizioni Roma

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 12 Maggio 2024

Tempo stimato per la lettura: 5,7 minuti

Al Palazzo Esposizioni Roma è in corso, dal 9 maggio al 9 giugno 2024, la mostra del World Press Photo 2024. La rassegna, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e dall’Azienda Speciale Palaexpo, ideata dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography, presenta in anteprima nazionale le foto vincitrici del prestigioso contest di fotogiornalismo che, dal 1955, premia ogni anno i migliori fotografi professionisti contribuendo a costruire la storia del giornalismo visivo mondiale.

I nomi dei quattro vincitori dell’edizione 2024, selezionati tra i 24 vincitori regionali, sono stati annunciati il 18 aprile attraverso i canali online della fondazione. Per questa 67ª edizione, le giurie mondiali e regionali formate da esperti internazionali hanno esaminato 61.062 fotografie e progetti inviati da 3.851 fotografi di 130 Paesi.

I lavori premiati documentano alcune delle più urgenti problematiche attuali: da conflitti devastanti e disordini politici, alla crisi climatica e al passaggio sicuro di migranti. Nel raccogliere queste storie importanti, l’esposizione vuole incoraggiare una maggiore comprensione e consapevolezza degli eventi attuali, e allo stesso tempo ricordare l’importanza della libertà di stampa in tutto il mondo.

World Press Photo of the year

A vincere il World Press Photo of the year è stato il palestinese Mohammed Salem con la foto Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote. Scattata il 17 ottobre 2023 nell’obitorio dell’ospedale Nasser, l’immagine ritrae una donna palestinese Inas Abu Maamar (36 anni) mentre culla il corpo di sua nipote Saly (5 anni) rimasta uccisa, insieme ad altri quattro membri della famiglia, quando un missile israeliano colpì la loro casa a Khan Younis, Gaza.

Mohammed Salem descrive questa foto come un “momento forte e triste che riassume il significato più ampio di quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza”. La giuria ha sottolineato come l’immagine sia stata composta con cura e rispetto, offrendo allo stesso tempo uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile.

PREMIO FOTO DELL’ANNO
Titolo: Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote
© Mohammed Salem, Palestine, Reuters

World Press Photo Story of the Year

Il premio World Press Photo Story of the Year è stato assegnato alla fotografa Lee-Ann Olwage di Geo per il progetto Valim-babena ambientato in Madagascar. Gli scatti documentano la vita di Paul Rakotozandriny, “Dada Paul” (91 anni) che convive con la demenza da 11 anni ed è assistito da sua figlia Fara Rafaraniriana (41 anni).

In Madagascar, la mancanza di sensibilizzazione del pubblico riguardo la demenza fa sì che le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria siano spesso stigmatizzate. La storia di Fara e Dada Paul ben rappresenta il principio del valim-babena: il dovere dei figli adulti di aiutare i propri genitori. In malgascio è considerata come un’espressione d’amore, la restituzione di un debito morale per la cura che i genitori dedicano alla crescita dei figli.

World Press Photo Long-Term Project

Il venezuelano Alejandro Cegarra, The New York Times/Bloomberg, si è aggiudicato il premio World Press Photo Long-Term Project con il lavoro I due muri. Dal 2019, il Messico si è trasformato da un Paese che accoglieva migranti e richiedenti asilo al confine meridionale a un Paese che applica rigide politiche di immigrazione molto simili a quelle degli Stati Uniti.

L’immigrazione e le politiche estere adottate dalle diverse amministrazioni statunitensi, i protocolli COVID-19 e i tumulti politici ed economici nel Centro e Sud America concorrono alla crisi in atto ai confini del Messico. Questi elementi espongono le famiglie di migranti nelle città di confine a violenza, a corruzione e condizioni precarie. Forte della propria esperienza di migrazione, dal Venezuela al Messico nel 2017, il fotografo Alejandro Cegarra ha avviato questo progetto nel 2018 per documentare la situazione di queste comunità di migranti profondamente vulnerabili e mettere in luce, con rispetto e sensibilità, la loro resilienza.

PREMIO PROGETTI A LUNGO TERMINE
Titolo: I due muri
© Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg

World Press Photo Open Format Award

Il World Press Photo Open Format Award è andato a Julia Kochetova con La guerra è intima, un’opera che intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica. La fotografa ucraina ha realizzato un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile documentaristico di un diario personale per mostrare al mondo l’esperienza di vivere con la guerra come realtà quotidiana.

Il progetto offre non solo uno scorcio intimo sulla vita sotto assedio, ma anche uno sguardo più profondo su come la guerra viene elaborata e su come, nonostante la tragedia, il dolore e il trauma, le esperienze possano essere condivise oltre i confini.

La Giuria del World Press Photo Contest

La Giuria del World Press Photo Contest ha coinvolto sei giurie regionali e una giuria globale. Le giurie regionali hanno prima selezionato le voci per categoria nelle loro regioni, dopodiché la giuria globale ha deciso i vincitori regionali e, da questi infine, i vincitori globali. I 4 vincitori finali sono stati dunque selezionati tra i 24 vincitori regionali 2024, per ciascuna delle quattro categorie: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format per ognuna delle sei zone del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Sud Est asiatico e Oceania. Oltre alle sei menzioni d’onore assegnate ogni anno, la giuria ha preso l’eccezionale decisione di includere in questa edizione due menzioni speciali.

PREMIO OPEN FORMAT
Titolo: La guerra è intima
© Julia Kochetova, Ucraina

World Press Photo Foundation

La World Press Photo Foundation è un’organizzazione creativa, indipendente e senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam. È una piattaforma globale che mette in contatto fotografi documentaristi, fotogiornalisti e il pubblico globale attraverso una narrazione affidabile. World Press Photo è stata fondata nel 1955 quando un gruppo di fotografi olandesi organizzò un concorso (“World Press Photo”) per esporre il proprio lavoro a un pubblico internazionale.

Da allora il World Press Photo è cresciuto fino a diventare uno dei concorsi più prestigiosi al mondo, premiando il meglio del fotogiornalismo e della fotografia documentaria di tutto il mondo. Attraverso un programma di mostre di successo, la World Press Photo Foundation presenta a milioni di persone le storie che contano.

 

Foto apertura: PREMIO PROGETTI A LUNGO TERMINE. Titolo: I due muri © Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg

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I nomi dei quattro vincitori dell’edizione 2024, selezionati tra i 24 vincitori regionali, sono stati annunciati il 18 aprile attraverso i canali online della fondazione. Per questa 67ª edizione, le giurie mondiali e regionali formate da esperti internazionali hanno esaminato 61.062 fotografie e progetti inviati da 3.851 fotografi di 130 Paesi.

I lavori premiati documentano alcune delle più urgenti problematiche attuali: da conflitti devastanti e disordini politici, alla crisi climatica e al passaggio sicuro di migranti. Nel raccogliere queste storie importanti, l’esposizione vuole incoraggiare una maggiore comprensione e consapevolezza degli eventi attuali, e allo stesso tempo ricordare l’importanza della libertà di stampa in tutto il mondo.

World Press Photo of the year

A vincere il World Press Photo of the year è stato il palestinese Mohammed Salem con la foto Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote. Scattata il 17 ottobre 2023 nell’obitorio dell’ospedale Nasser, l’immagine ritrae una donna palestinese Inas Abu Maamar (36 anni) mentre culla il corpo di sua nipote Saly (5 anni) rimasta uccisa, insieme ad altri quattro membri della famiglia, quando un missile israeliano colpì la loro casa a Khan Younis, Gaza.

Mohammed Salem descrive questa foto come un “momento forte e triste che riassume il significato più ampio di quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza”. La giuria ha sottolineato come l’immagine sia stata composta con cura e rispetto, offrendo allo stesso tempo uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile.

PREMIO FOTO DELL’ANNO
Titolo: Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote
© Mohammed Salem, Palestine, Reuters

World Press Photo Story of the Year

Il premio World Press Photo Story of the Year è stato assegnato alla fotografa Lee-Ann Olwage di Geo per il progetto Valim-babena ambientato in Madagascar. Gli scatti documentano la vita di Paul Rakotozandriny, “Dada Paul” (91 anni) che convive con la demenza da 11 anni ed è assistito da sua figlia Fara Rafaraniriana (41 anni).

In Madagascar, la mancanza di sensibilizzazione del pubblico riguardo la demenza fa sì che le persone che mostrano sintomi di perdita di memoria siano spesso stigmatizzate. La storia di Fara e Dada Paul ben rappresenta il principio del valim-babena: il dovere dei figli adulti di aiutare i propri genitori. In malgascio è considerata come un’espressione d’amore, la restituzione di un debito morale per la cura che i genitori dedicano alla crescita dei figli.

World Press Photo Long-Term Project

Il venezuelano Alejandro Cegarra, The New York Times/Bloomberg, si è aggiudicato il premio World Press Photo Long-Term Project con il lavoro I due muri. Dal 2019, il Messico si è trasformato da un Paese che accoglieva migranti e richiedenti asilo al confine meridionale a un Paese che applica rigide politiche di immigrazione molto simili a quelle degli Stati Uniti.

L’immigrazione e le politiche estere adottate dalle diverse amministrazioni statunitensi, i protocolli COVID-19 e i tumulti politici ed economici nel Centro e Sud America concorrono alla crisi in atto ai confini del Messico. Questi elementi espongono le famiglie di migranti nelle città di confine a violenza, a corruzione e condizioni precarie. Forte della propria esperienza di migrazione, dal Venezuela al Messico nel 2017, il fotografo Alejandro Cegarra ha avviato questo progetto nel 2018 per documentare la situazione di queste comunità di migranti profondamente vulnerabili e mettere in luce, con rispetto e sensibilità, la loro resilienza.

PREMIO PROGETTI A LUNGO TERMINE
Titolo: I due muri
© Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg

World Press Photo Open Format Award

Il World Press Photo Open Format Award è andato a Julia Kochetova con La guerra è intima, un’opera che intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica. La fotografa ucraina ha realizzato un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile documentaristico di un diario personale per mostrare al mondo l’esperienza di vivere con la guerra come realtà quotidiana.

Il progetto offre non solo uno scorcio intimo sulla vita sotto assedio, ma anche uno sguardo più profondo su come la guerra viene elaborata e su come, nonostante la tragedia, il dolore e il trauma, le esperienze possano essere condivise oltre i confini.

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