Xavier Dumoulin – Tropique des Pyrénées
Tempo stimato per la lettura: 2,6 minuti
Dopo la presentazione della serie Incandescences di Xavier Dumoulin a Paris Photo al Grand-Palais éphémère, lo scorso novembre, nell’ambito del Premio Dahinden, a Parigi la galleria Ségolène Brossette presenta, dal 12 maggio al 10 giugno 2023, la sua ultima serie Tropique des Pyrénées.
Attraverso questa serie, l’artista desidera testimoniare la progressiva e inevitabile trasformazione dei nostri paesaggi a causa del riscaldamento globale. Mette così in discussione i nostri stili di vita e mostra l’impatto diretto sul nostro ambiente. Xavier Dumoulin afferma nel testo di presentazione della mostra: «Il mondo sta bruciando sia fisicamente che moralmente. Il carbone brucia sempre di più e con esso l’anima dell’umanità. Energia miracolosa, abbondante ed economica è la base del nostro sistema. Sempre più macchine al servizio dell’immediatezza, pronte a soddisfare il minimo desiderio sull’altare del consumo. Il Dio della crescita è seducente con le sue promesse di opulenza ma la terra è esangue e ci stiamo dirigendo sempre più velocemente verso il muro della realtà. Il sogno diventa un incubo.
Woke : il clima e il mondo
Ci confrontiamo quotidianamente con la città tropicale americana di queste foto. Un’ambientazione hollywoodiana dove noi siamo gli attori, i consumatori, i decisori. L’abitudine, la routine, la necessità di inserirsi nel sistema irrigidiscono il nostro libero arbitrio. Le scelte sono limitate, le nostre contraddizioni molte, ma possiamo semplicemente aprire gli occhi. Vedi i neon, le insegne pubblicitarie, la luce che attrae, che agita i nostri desideri nel profondo della notte ormai americana, concreta, artificiale. Le cause qui fanno luce sulle conseguenze del cambiamento climatico. La vegetazione tropicale occupa il paesaggio, la Florida viene ad invitarsi ai piedi dei Pirenei. Tutte queste foto sono state scattate nella conurbazione di Pau. Una forte unità di luogo da estrapolare meglio a qualsiasi altro luogo, con le stesse problematiche. E se il clima qui diventa tropicale, sarà il deserto più a sud.
Vedi di prendere piena coscienza del mondo in cui viviamo, di quanto sta cambiando. Vedere altre scene che avrei potuto fotografare, cambiare punto di vista e diventare sensibile a questa molteplicità di indizi. Vedere finalmente oltre le apparenze per comprendere le implicazioni per la nostra vita e per quella dei nostri figli. La sindrome dello struzzo non è più accettabile, è urgente cambiare paradigma».
Gli scatti come semi
Nato nel 1974, Xavier Dumoulin è stato guida in montagna e viaggiatore durante quasi 10 anni. Percorrere il mondo, gli ha dato non solo il gusto per la natura ma anche per la fotografia. È molto legato alla poesia che emerge da un’immagine, al minimalismo e
una certa estetica che distingue le sue foto. Con i suoi scatti cerca di risvegliare l’immaginazione dello spettatore, facendolo diventare un attore davanti a una fototopografia. Piuttosto che scioccare e mostrare una cruda realtà senza appello, preferisce suggerire e piantare qualche seme. In occasione del Paris Gallery Weekend, l’artista firmerà il catalogo dell’esposizione sabato 27 maggio alle 17.00.
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Xavier Dumoulin – Tropique des Pyrénées
Tempo stimato per la lettura: 8 minuti
Dopo la presentazione della serie Incandescences di Xavier Dumoulin a Paris Photo al Grand-Palais éphémère, lo scorso novembre, nell’ambito del Premio Dahinden, a Parigi la galleria Ségolène Brossette presenta, dal 12 maggio al 10 giugno 2023, la sua ultima serie Tropique des Pyrénées.
Attraverso questa serie, l’artista desidera testimoniare la progressiva e inevitabile trasformazione dei nostri paesaggi a causa del riscaldamento globale. Mette così in discussione i nostri stili di vita e mostra l’impatto diretto sul nostro ambiente. Xavier Dumoulin afferma nel testo di presentazione della mostra: «Il mondo sta bruciando sia fisicamente che moralmente. Il carbone brucia sempre di più e con esso l’anima dell’umanità. Energia miracolosa, abbondante ed economica è la base del nostro sistema. Sempre più macchine al servizio dell’immediatezza, pronte a soddisfare il minimo desiderio sull’altare del consumo. Il Dio della crescita è seducente con le sue promesse di opulenza ma la terra è esangue e ci stiamo dirigendo sempre più velocemente verso il muro della realtà. Il sogno diventa un incubo.
Woke : il clima e il mondo
Ci confrontiamo quotidianamente con la città tropicale americana di queste foto. Un’ambientazione hollywoodiana dove noi siamo gli attori, i consumatori, i decisori. L’abitudine, la routine, la necessità di inserirsi nel sistema irrigidiscono il nostro libero arbitrio. Le scelte sono limitate, le nostre contraddizioni molte, ma possiamo semplicemente aprire gli occhi. Vedi i neon, le insegne pubblicitarie, la luce che attrae, che agita i nostri desideri nel profondo della notte ormai americana, concreta, artificiale. Le cause qui fanno luce sulle conseguenze del cambiamento climatico. La vegetazione tropicale occupa il paesaggio, la Florida viene ad invitarsi ai piedi dei Pirenei. Tutte queste foto sono state scattate nella conurbazione di Pau. Una forte unità di luogo da estrapolare meglio a qualsiasi altro luogo, con le stesse problematiche. E se il clima qui diventa tropicale, sarà il deserto più a sud.
Vedi di prendere piena coscienza del mondo in cui viviamo, di quanto sta cambiando. Vedere altre scene che avrei potuto fotografare, cambiare punto di vista e diventare sensibile a questa molteplicità di indizi. Vedere finalmente oltre le apparenze per comprendere le implicazioni per la nostra vita e per quella dei nostri figli. La sindrome dello struzzo non è più accettabile, è urgente cambiare paradigma».
Gli scatti come semi
Nato nel 1974, Xavier Dumoulin è stato guida in montagna e viaggiatore durante quasi 10 anni. Percorrere il mondo, gli ha dato non solo il gusto per la natura ma anche per la fotografia. È molto legato alla poesia che emerge da un’immagine, al minimalismo e
una certa estetica che distingue le sue foto. Con i suoi scatti cerca di risvegliare l’immaginazione dello spettatore, facendolo diventare un attore davanti a una fototopografia. Piuttosto che scioccare e mostrare una cruda realtà senza appello, preferisce suggerire e piantare qualche seme. In occasione del Paris Gallery Weekend, l’artista firmerà il catalogo dell’esposizione sabato 27 maggio alle 17.00.
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