YAN PEI-MING. OLTRE IL MURO – REGINA COELI
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Tempo stimato per la lettura: 5 minuti
Un invito a considerare il ruolo dell’arte come strumento di dialogo e riflessione è quello che pone la mostra Yan Pei-Ming. Oltre il Muro – Regina Coeli, Roma – dal 15 febbraio al 15 marzo 2025 – presso lo spazio espositivo Conciliazione 5, situato lungo l’omonima via che conduce i pellegrini alla Basilica di San Pietro e realizzato dallo Studio COR Architetti.
La programmazione, affidata per il 2025 alla curatrice Cristiana Perrella, è incentrata sulla commissione di progetti d’arte contemporanea ad artisti internazionali, che si avvicenderanno nel corso dell’anno, sul tema della Speranza. Si comincia con i ritratti della comunità carceraria di Regina Coeli: realizzati dall’artista Yan Pei-Ming, saranno esposti presso lo spazio Conciliazione 5 e proiettati sulla facciata dello stesso Istituto penitenziario.
Una riflessione sulla rappresentazione del potere
«Yan Pei-Ming è uno dei pittori più potenti della contemporaneità, capace di arrivare con immediatezza a chi guarda il suo lavoro. – Spiega la curatrice Cristiana Perrella, nell’introdurre l’artista. – Attraverso l’uso del ritratto ha messo in atto una riflessione sulla rappresentazione del potere. Ha dipinto leader politici, papi, icone del cinema, ha riletto ritratti di maestri del passato come quello di Innocenzo X di Velasquez. Per questo ho voluto che fosse lui a raffigurare detenuti e operatori di Regina Coeli, una comunità percepita come marginale, non individuata, invisibile».
Racconta l’artista: «Il mio lavoro è sempre orientato verso l’essere umano, l’uomo è al centro di tutto, l’elemento fondamentale del mio lavoro. Se mi chiedessero di creare un quadro astratto, non credo che potrei farlo: mi interessa l’essere umano. Sono un pittore del nostro tempo e ritrarre la società isolata di un carcere mi sembra uno degli atti più simbolici di svelamento e una grande vera possibilità di portare loro speranza».
Artista attore della sua epoca
Yan Pei-Ming è un artista cinese di fama internazionale, noto per le sue opere che mescolano tradizione e innovazione, e per la sua capacità di affrontare temi complessi attraverso la pittura. Nato nel 1960 a Shanghai, Yan ha trascorso parte della sua vita in Francia, dove ha affinato il suo stile distintivo, caratterizzato da ampie pennellate e un uso audace del colore. Le sue opere spesso esplorano l’identità, la memoria e la condizione umana, riflettendo le sfide del mondo contemporaneo.
Il carcere è un tema che non ha spazio nel dibattito pubblico e su cui c’è poca disponibilità all’ascolto. Regina Coeli è tristemente noto per i suoi gravissimi problemi di vivibilità e sovraffollamento: qui la Speranza, a cui è dedicato il Giubileo 2025, è un sentimento difficile da concepire. Davanti alla sua facciata, in pieno centro storico, passano ogni giorno migliaia di persone, senza chiedersi cosa ci sia oltre quel muro.
Leggi anche: Yan Pei-Ming. Pittore di storie a Palazzo Strozzi
La potenza del ritratto
“Nella storia dell’arte il ritratto conferisce tradizionalmente dignità a chi è rappresentato – spiega la curatrice, nell’introdurre l’opera di Yan Pei-Ming – e testimonia il suo valore di persona, di individuo. Un riconoscimento sociale che si riflette anche sul soggetto dipinto che viene visto ma anche si vede in una luce diversa. E questa è condizione indispensabile alla nascita di un sentimento di speranza. Dopo l’intervento di Marinella Senatore a Rebibbia, che ho curato in occasione della visita del Papa e l’apertura della Porta Santa, ho tenuto particolarmente a legare anche l’inizio del progetto Conciliazione 5 al tema del carcere, luogo dove spesso la speranza è difficile anche da immaginare.”
Oltre il Muro è allestita presso il complesso penitenziario di Regina Coeli a Roma, un luogo carico di storia e significato. Questa esposizione rappresenta un momento cruciale per l’artista, non solo per il contesto inusuale, ma anche per il messaggio profondo che intende comunicare. L’idea di “oltre il muro” evoca la riflessione su confini fisici e metaforici, i limiti imposti dalla società e le barriere che l’individuo deve superare per trovare la propria voce.
La vita dentro e fuori le mura
La scelta di Regina Coeli come luogo per la mostra non è casuale. Il carcere, simbolo di isolamento e privazione della libertà, diventa un palcoscenico per l’arte e la creatività, suggerendo che anche in condizioni difficili, l’espressione artistica può rappresentare una forma di liberazione. Yan Pei-Ming utilizza i suoi dipinti per raccontare storie di resilienza, speranza e umanità, invitando i visitatori a riflettere sulle esperienze di coloro che vivono al di là delle mura, sia fisiche che emotive.
I ritratti, in particolare, sono resi con una tecnica che enfatizza l’emozione e la vulnerabilità del soggetto, creando un legame immediato tra l’osservatore e il mondo rappresentato. Yan Pei-Ming riesce a trasmettere un senso di empatia, sfidando il pubblico a considerare le storie di vita che si nascondono dietro le immagini.
Abbattere le barriere
Il lavoro di Yan Pei-Ming offre una visione di unità e comprensione. La sua arte, che abbraccia la complessità dell’esperienza umana, diventa un mezzo per abbattere le barriere e promuovere una cultura di inclusione e rispetto reciproco. Con le sue opere, Yan riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano, rendendo la sua arte un potente strumento di riflessione e cambiamento.
L’esposizione romana sottolinea l’importanza dell’arte nel contesto sociale e politico attuale. Attraverso la sua opera, Yan Pei-Ming continua a stimolare discussioni cruciali su libertà, identità e il potere trasformativo dell’arte.
Crediti immagini
Yan Pei-MingOltre il muro-Regina Cœli, Roma, 2025 acquerelli su carta,Polyptych (27 fogli)110 x L 80 cm ciascuno
© Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2025.Photo: Clérin-MorinCourtesyl’artista, Dicastero per l’Educazione e la Cultura della Sede, MASSIMO DECARLO
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YAN PEI-MING. OLTRE IL MURO – REGINA COELI
Tempo stimato per la lettura: 15 minuti
Un invito a considerare il ruolo dell’arte come strumento di dialogo e riflessione è quello che pone la mostra Yan Pei-Ming. Oltre il Muro – Regina Coeli, Roma – dal 15 febbraio al 15 marzo 2025 – presso lo spazio espositivo Conciliazione 5, situato lungo l’omonima via che conduce i pellegrini alla Basilica di San Pietro e realizzato dallo Studio COR Architetti.
La programmazione, affidata per il 2025 alla curatrice Cristiana Perrella, è incentrata sulla commissione di progetti d’arte contemporanea ad artisti internazionali, che si avvicenderanno nel corso dell’anno, sul tema della Speranza. Si comincia con i ritratti della comunità carceraria di Regina Coeli: realizzati dall’artista Yan Pei-Ming, saranno esposti presso lo spazio Conciliazione 5 e proiettati sulla facciata dello stesso Istituto penitenziario.
Una riflessione sulla rappresentazione del potere
«Yan Pei-Ming è uno dei pittori più potenti della contemporaneità, capace di arrivare con immediatezza a chi guarda il suo lavoro. – Spiega la curatrice Cristiana Perrella, nell’introdurre l’artista. – Attraverso l’uso del ritratto ha messo in atto una riflessione sulla rappresentazione del potere. Ha dipinto leader politici, papi, icone del cinema, ha riletto ritratti di maestri del passato come quello di Innocenzo X di Velasquez. Per questo ho voluto che fosse lui a raffigurare detenuti e operatori di Regina Coeli, una comunità percepita come marginale, non individuata, invisibile».
Racconta l’artista: «Il mio lavoro è sempre orientato verso l’essere umano, l’uomo è al centro di tutto, l’elemento fondamentale del mio lavoro. Se mi chiedessero di creare un quadro astratto, non credo che potrei farlo: mi interessa l’essere umano. Sono un pittore del nostro tempo e ritrarre la società isolata di un carcere mi sembra uno degli atti più simbolici di svelamento e una grande vera possibilità di portare loro speranza».
Artista attore della sua epoca
Yan Pei-Ming è un artista cinese di fama internazionale, noto per le sue opere che mescolano tradizione e innovazione, e per la sua capacità di affrontare temi complessi attraverso la pittura. Nato nel 1960 a Shanghai, Yan ha trascorso parte della sua vita in Francia, dove ha affinato il suo stile distintivo, caratterizzato da ampie pennellate e un uso audace del colore. Le sue opere spesso esplorano l’identità, la memoria e la condizione umana, riflettendo le sfide del mondo contemporaneo.
Il carcere è un tema che non ha spazio nel dibattito pubblico e su cui c’è poca disponibilità all’ascolto. Regina Coeli è tristemente noto per i suoi gravissimi problemi di vivibilità e sovraffollamento: qui la Speranza, a cui è dedicato il Giubileo 2025, è un sentimento difficile da concepire. Davanti alla sua facciata, in pieno centro storico, passano ogni giorno migliaia di persone, senza chiedersi cosa ci sia oltre quel muro.
Leggi anche: Yan Pei-Ming. Pittore di storie a Palazzo Strozzi
La potenza del ritratto
“Nella storia dell’arte il ritratto conferisce tradizionalmente dignità a chi è rappresentato – spiega la curatrice, nell’introdurre l’opera di Yan Pei-Ming – e testimonia il suo valore di persona, di individuo. Un riconoscimento sociale che si riflette anche sul soggetto dipinto che viene visto ma anche si vede in una luce diversa. E questa è condizione indispensabile alla nascita di un sentimento di speranza. Dopo l’intervento di Marinella Senatore a Rebibbia, che ho curato in occasione della visita del Papa e l’apertura della Porta Santa, ho tenuto particolarmente a legare anche l’inizio del progetto Conciliazione 5 al tema del carcere, luogo dove spesso la speranza è difficile anche da immaginare.”
Oltre il Muro è allestita presso il complesso penitenziario di Regina Coeli a Roma, un luogo carico di storia e significato. Questa esposizione rappresenta un momento cruciale per l’artista, non solo per il contesto inusuale, ma anche per il messaggio profondo che intende comunicare. L’idea di “oltre il muro” evoca la riflessione su confini fisici e metaforici, i limiti imposti dalla società e le barriere che l’individuo deve superare per trovare la propria voce.
La vita dentro e fuori le mura
La scelta di Regina Coeli come luogo per la mostra non è casuale. Il carcere, simbolo di isolamento e privazione della libertà, diventa un palcoscenico per l’arte e la creatività, suggerendo che anche in condizioni difficili, l’espressione artistica può rappresentare una forma di liberazione. Yan Pei-Ming utilizza i suoi dipinti per raccontare storie di resilienza, speranza e umanità, invitando i visitatori a riflettere sulle esperienze di coloro che vivono al di là delle mura, sia fisiche che emotive.
I ritratti, in particolare, sono resi con una tecnica che enfatizza l’emozione e la vulnerabilità del soggetto, creando un legame immediato tra l’osservatore e il mondo rappresentato. Yan Pei-Ming riesce a trasmettere un senso di empatia, sfidando il pubblico a considerare le storie di vita che si nascondono dietro le immagini.
Abbattere le barriere
Il lavoro di Yan Pei-Ming offre una visione di unità e comprensione. La sua arte, che abbraccia la complessità dell’esperienza umana, diventa un mezzo per abbattere le barriere e promuovere una cultura di inclusione e rispetto reciproco. Con le sue opere, Yan riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano, rendendo la sua arte un potente strumento di riflessione e cambiamento.
L’esposizione romana sottolinea l’importanza dell’arte nel contesto sociale e politico attuale. Attraverso la sua opera, Yan Pei-Ming continua a stimolare discussioni cruciali su libertà, identità e il potere trasformativo dell’arte.
Crediti immagini
Yan Pei-MingOltre il muro-Regina Cœli, Roma, 2025 acquerelli su carta,Polyptych (27 fogli)110 x L 80 cm ciascuno
© Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2025.Photo: Clérin-MorinCourtesyl’artista, Dicastero per l’Educazione e la Cultura della Sede, MASSIMO DECARLO
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